L’ortodonzia è la disciplina che si occupa della prevenzione e cura delle malocclusioni, cioè dei modi sbagliati in cui si chiude una bocca.

Per prendersi cura di questo problema è necessario intervenire il prima possibile, cioè nella fase di crescita dei denti e della bocca, prima che si stabilizzi la situazione al termine del cambio dei denti, cioè attorno 10-12 anni. Comunemente un approccio precoce alla correzione delle malocclusioni viene definito ortodonzia intercettiva: questa pratica non solo riallinea i denti, ma aiuta anche ad avere una crescita equilibrata tra le basi scheletriche.

Le cause delle malocclusioni possono essere differenti:

Genetiche: è il caso in cui genitori o parenti stretti mostrano la stessa anomalia.

Funzionali: il bimbo respira con la bocca invece che con il naso

  • c’è stata suzione prolungata del ciuccio, del biberon, del labbro o di corpi estranei
  • è presente deglutizione atipica “infantile”.

 

La malocclusione si riconosce dalla presenza di denti affollati, morso aperto, sorriso gengivale, morso in avanti, morso incrociato, morso coperto, insomma da ogni tipo di sorriso che sembri innaturale e diverso da quello armonico al quale siamo abituati.

Una volta identificata, la si può facilmente correggere se presa per tempo: una delle possibilità è di intervenire appena il bambino comincia a cambiare i suoi dentini da latte ed iniziano a comparire gli incisivi permanenti. In questo caso l’ortodonzia oltre ad essere intercettiva è anche miofunzionale in quanto mira a rieducare le diverse funzioni orali. Con questo approccio, utilizzando dei dispositivi semplici, in tempi brevi e in modo molto più confortevole della terapia fissa, si correggono le malocclusioni e le disfunzioni correlate: respiratoria, deglutitoria, fonatoria con enormi benefici per la salute generale del bambino.

Poter osservare il bambino in questa delicata fase di crescita consente anche di educarlo alle corrette abitudini di igiene orale mantenendo la sua dentatura, oltre che in buona occlusione, in salute cioè senza carie e senza problemi gengivali.

Ci si può così aspettare un adulto sano con un’occlusione corretta.

 

LA SINDROME DA BIBERON

È un manifestarsi precoce della carie, nota anche come Early Childhood Caries (ECC), che si sviluppa nei bambini di età inferiore ai 6 anni e può esordire davvero molto presto, a volte anche prima dei due anni.

La causa principale di questa malattia va ricercata nel prolungato consumo di zucchero, miele, bevande zuccherate, specialmente nelle ore notturne, quando il flusso salivare è fortemente ridotto, somministrate al bambino molto piccolo attraverso ciuccio o biberon.

Il quadro clinico varia da forme iniziali di demineralizzazione dello smalto fino alla completa distruzione dei denti da latte. Recenti studi hanno dimostrato che i bambini che sviluppano precocemente questa patologia sono più esposti a insorgenza di dolore ed emergenze odontoiatriche, infezioni ricorrenti, sviluppo di paura e fobia odontoiatrica da adulto, malocclusione e sviluppo di nuove carie anche in dentizione mista.


Ancora una volta la prevenzione fa la differenza.

Ecco alcune raccomandazioni che devono far parte del bagaglio dei neogenitori:

  1. Da quando spuntano i primi dentini (6-8mesi): mantenere l’igiene del bambino facendo scorrere sulle superfici dentarie, dopo ogni pasto, una garza imbevuta di acqua su cui è stato messo un po’ di dentifricio al fluoro.
  2. Quando sono comparsi più dentini, pulirli quotidianamente mediante uno spazzolino con setole morbide e dentifricio con fluoro 500 ppm. L’igiene orale deve essere praticata da un genitore utilizzando uno spazzolino a setole morbide. 
  3. Evitare di somministrare al bambino zucchero o miele con il ciuccio ogni qualvolta si desideri calmarlo perché piange. 
  4. Evitare le bevande zuccherate (succhi di frutta, tè confezionati, ecc.). 
  5. Favorire l’allattamento a richiesta, cercando di limitare le poppate di notte, quando sono meno attivi i meccanismi di autodetersione. 
  6. Nel caso si noti lo sviluppo di carie, rivolgersi all’odontoiatra infantile che saprà consigliare creme rimineralizzanti da applicare tutte le sere, dopo l’igiene orale, evitando l’assunzione di cibi e/o bevande nelle ore successive, ad esclusione dell’acqua. 
  7. Sottoporre il bambino a controlli periodici. Così facendo potremo ridurre l’impatto clinico di questa malattia e i gravi danni che provoca ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.

 

L’importanza di una macchia bianca

La carie dentale è la più comune malattia cronica dei bambini, 7 volte più diffusa delle allergie stagionali. Il 94 % della popolazione adulta ha esperienza di carie durante la vita. Nonostante negli ultimi decenni si sia osservata una diminuzione di questa patologia nei paesi industrializzati, la sua prevalenza è ancora molto alta: in età evolutiva è del 22% nei bambini a 4 anni e del 44% a 12 anni.

È allora evidente che moltissimo si può ancora fare in termini di prevenzione se si pensa che quasi un ragazzo su due a 12 anni ha delle carie senza saperlo.

Anche in termini di diagnosi è importante sapere come si sia passati dal concetto che la carie è un buco nel dente in cui si può infilare una piccola sonda, al sapere che la carie prima di essere un buco è una demineralizzazione dello smalto che può essere ancora curata prima di diventare un buco.

Per questo appena si nota una piccola macchia, anche se bianca, è importante agire. Le abitudini quotidiane fanno la differenza e alcuni semplici suggerimenti riducono sensibilmente la probabilità di ammalarsi.

  1. Ridurre il consumo di zuccheri semplici

  2. Educare ad una alimentazione consistente, quindi con cibi duri da masticare, e colorata
  3. Sciacquare la bocca dopo aver mangiato
  4. Quando possibile, spazzolare i denti e dopo i sette anni imparare a utilizzare il filo interdentale.
    L’ideale sarebbe poter sempre pulire i denti con uno spazzolino e, dai sette anni in poi, farsi insegnare come pulire anche gli spazi interdentali ma, nel caso in cui, come a volte purtroppo capita, non venga consentito a scuola l’utilizzo dei propri strumenti di igiene orale, è comunque raccomandabile insegnare ai propri figli a prendersi cura della propria dentatura
  5. concludendo il pasto mangiando
un frutto o un ortaggio di buona consistenza quale una carota, del sedano, una mela o una pera. La detersione che questi cibi eserciteranno in modo automatico (mordendoli) sulle superfici dentali aiuteranno a rimuovere gli zuccheri semplici che altrimenti aderirebbero a lungo alle superfici dentali dopo il pasto. Risciacquare la bocca e se possibile masticare un chewing gum privo di zucchero e contenente xilitolo è un ulteriore valido aiuto nel ridurre l’acidità della saliva che inevitabilmente aumenta dopo un pasto contenente zuccheri e che è la principale causa della demineralizzazione dello smalto. Tutto questo in attesa di arrivare a casa dove, dopo aver fatto una buona merenda, ci si potrà lavare i denti in modo ideale.
    Nelle popolazioni come quelle scandinave, dove si incomincia a curare le abitudini alimentari e di igiene orale proprio dai primi anni di vita e per tutto il percorso scolastico, la carie è praticamente scomparsa

  6. Se possibile, una visita da un odontoiatra che si occupi di piccoli pazienti può senz’altro essere utile ad orientare verso i migliori comportamenti e a diagnosticare eventuali lesioni precoci.